"She" autoritratto in sintografia Ai Art realizzata con Stable Diffusion e il mio modello personale
pillole d'arte

Arte tradizionale e Arte generativa con Intelligenza Artificiale

Si può fare arte usando come strumento un sistema di generazione di immagini basato su AI?
Nei primi mesi di diffusione di DALL-E, Midjourney e poi Stable Diffusion sui social ma anche sui giornali e in televisione è scoppiato il solito bubbone di isteria collettiva che accompagna sempre le grandi innovazioni.

La storia ci rammenta che ci fu chi vaticinò la scomparsa della pittura con l’avvento della fotografia, e invece la fotografia divenne un prezioso alleato per gli artisti, non solo come fonte di reference per poi realizzare i lavori artistici, ma anche come area di sperimentazione in cui mettere in campo nuove possibilità creative che poi, manco a dirlo, andarono a influenzare la produzione artistica successiva.
Non è un caso se l’arte del novecento è stata un’esplosione di novità, i pittori non più obbligati a rappresentare la realtà ‘reale’ ebbero la possibilità di liberarsi dalle pastoie precedenti, e trovare nuovi straordinari linguaggi comunicativi.

Successivamente quando i computer uscirono dai laboratori per approdare nelle case di tutti noi non mancò la solita ondata di contrari, “farà tutto il computer, smetteremo di usare il cervello, i computer saranno la fine di tutto“…
Eppure tutti noi giriamo con un piccolo computer in tasca, si, il tuo smartphone, esponenzialmente più potente di quegli armadi a svariate ante che servirono per mandare l’uomo sulla luna negli anni ’60 del secolo scorso.

Il cielo non ci cadde sulla testa neppure allora, e la creatività umana, nella sua natura duttile e incontenibile, ha assorbito anche quello strumento facendone un utilissimo mezzo per raggiungere nuovi orizzonti espressivi.

Eccoci quindi all’ennesimo attacco di isteria collettiva, l’intelligenza artificiale spaventa persino più delle due precedenti conquiste tecnologiche, ciò è dovuto sicuramente in larga parte alle due parole che la definiscono “intelligenza” che ci detronizza simbolicamente, passiamo al non essere più i soli intelligenti (neppure prima lo eravamo), ma soprattutto quell’artificiale, che nella nostra epoca è insieme sinonimo di ‘innaturale’ e ‘dannoso’ oltre che spesso di ‘scadente’. Gli aromi artificiali negli ingredienti dei cibi industriali sono stati declassati ad aromi naturali nominalmente per ridurre le reazioni negative degli acquirenti, ma sono sempre la stessa cosa.

Se ci pensiamo anche gli spaghetti sono ‘artificiali’, il chicco di grano riceve una moltitudine di trattamenti industriali prima di diventare quel delizioso filo di pasta che amiamo mangiare. Eh ma gli ingredienti sono ‘naturali’, come se esistessero sostanze chimiche nelle disponibilità dei laboratori che non avessero origine naturale come ogni chimico sa. Naturale non è sinonimo di sicuro e sano, il petrolio è naturale lo berresti? La cicuta è naturale, fu usata per avvelenare Socrate. Eh ma l’intelligenza artificiale richiama subito HAL 9000 e Terminator, eppure un’intelligenza naturale, quella di un certo Hitler, portò allo sterminio sei milioni di esseri umani. Dunque questa digressione vuole sottolineare che Intelligenza Artificiale non significa Matrix, macchine cattive contro uomini buoni, ma sicuramente può significare macchine neutre, strumenti validissimi che possono però certamente essere usati in modo dannoso da persone ‘cattive’.

Il problema siamo noi, con un coltello ci spalmi il burro o infilzi un malcapitato?

Recuperiamo quindi la domanda iniziale ma implementiamola: Si può fare arte che sia stilisticamente propria usando come strumento un sistema di generazione di immagini basato su AI?

Si! Ora lo posso dire con certezza. Certo non tutte le AI sono adatte allo scopo, la popolarissima Midjourney ad esempio potrà pure avere un sistema più semplice ed intuitivo ma tenderà ad imporre un proprio stile sulle immagini che andiamo a costruire attraverso una descrizione testuale. Bisogna lavorare molto di più per far si che il prodotto di Midjourney non porti il marchio visibile stilistico di Midjourney. Stable Diffusion invece, più macchinoso per installazione aggiornamenti ed uso, nonché vincolato al dover essere usato su una configurazione hardware adeguata (e più costosa), offre tuttavia la possibilità di allenare modelli a partire dalle foto di propri lavori reali, dipinti a mano, e quindi di arrivare a produrre in seguito sintografie (così si chiamano le immagini generate con AI) davvero artisticamente PROPRIE. Poi c’è tutta la questione dell’utilizzo esclusivo delle immagini, che se hai Stable Diffusion installato sul tuo computer, e utilizzi un modello che offre libertà di utilizzo delle immagini, o ancora meglio il TUO modello, è garantito, sennò di caso in caso vanno letti bene i disclaimer.

Non è un percorso facile e immediato da raggiungere, richiede una buona base informatica, ma per dirla alla Frankenstein junior “SI PUÒ FARE!

Le sintografie che vedi a fondo pagina sono state ottenute attraverso un mio modello personale, allenato da me con un set di immagini di miei lavori dipinti ad acrilico, (alte le trovi nella galleria dei miei lavori) , questi risultati non sono ‘copie’, sono lavori inediti, ma che sono generati rispettando degli standard presi dai miei dipinti, e successivamente arricchiti in base a mie richieste specifiche, per andare un passo oltre rispetto al mio precedente lavoro, in modo da non limitarmi a creare meccanicamente cloni di me stessa. Pertanto non sono prodotti random ottenuti senza particolare sforzo, non sono come qualcuno definisce i risultati delle AI generative “cose estratte a caso dalla lotteria delle immagini“. Sono il risultato congiunto da una parte di un modello che ha imparato a riconoscere il mio segno i miei soggetti tipo e il mio uso del colore, dall’altra di un accurato lavoro di prompting, ovvero linguaggio descrittivo, fatto non solo di parole, rispondente a una precisa sintassi utile a comunicare con l’AI, ma fatto anche di coefficienti numerici pesati in modo molto attento.

Dunque un artista con il ‘coltello’ dell’AI generativa ci spalma il burro con arte.

Antonio Dini spiegava in questo articolo della sua rubrica And So What?. che negli ultimi tempi dopo la grande illusione iniziale emergono in modo evidente le differenze tra chi è in grado di capire come utilizzare le AI per potenziare la propria creatività e chi invece ‘vorrei ma non posso’. Perché per essere artisti (illustratori, fumettisti, grafici, fotografi) competenti non basta lo strumento visuale, serve anche esperienza e appunto competenza, serve quella capacità di visione stratificata che si nutre di conoscenza del mestiere, conoscenza di cosa compone il prodotto comunicativo visuale, conoscenza della storia dell’arte, della comunicazione visiva, e SOPRATTUTTO, creatività propria, l’attitudine creativa, che non si compra al mercato di quartiere.

Nulla vieta ad esempio a quell’artista di produrre anche successivamente una versione dipinta a mano di quanto ha realizzato attraverso l’AI.

Perciò invito a guardare con favore a questo nuovo strumento che può offrirci dei nuovi livelli di sperimentazione, o anche solo delle reference costruite in base esattamente a ciò che cerchiamo, e pure nuovi orizzonti di brainstorming, in cui la AI (o IA come preferisci) diventa un operaio di talento che ci può far vedere cose che prima non vedevamo, portandoci a un livello superiore di espressione artistica.

Se hai interesse a conoscere meglio questo mondo ho aperto insieme a Paolo Dalprato, fotografo professionista esperto di Stable Diffusion, un gruppo aperto su Facebook nello spirito della condivisione Open Source, puoi trovarci altre persone che usano anche Midjourney ed altre AI, vieni a trovarci:
https://www.facebook.com/groups/openmindsforai

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